Kyle Krause non è un extraterrestre. Il nuovo proprietario del Parma Calcio 1913 (da settembre 2020) in una delle sue prime interviste video con un apertissimo americano dell’Iowa parla di concetti chiave della filosofia sportiva e manageriale americana come «confidence» (fiducia) e «add my part» (fare la mia parte), ma anche di «responsabilità» (per la città di Parma), e di «heroes», riferendosi agli imprenditori di Nuovo Inizio, che hanno salvato la squadra dalla Serie D. Parole non necessariamente banali e piuttosto lontane da quelle che possono echeggiare nelle interviste, del tutto diverse, di proprietari tipicamente italiani: in questa ottica, sarà interessante capire, dopo l’arrivo di Zhang all’Inter, Commisso alla Fiorentina, di Dan Friedkin alla Roma, per citarne tre, cosa questa ibridazione internazionale (e americano-centrica per molti versi) porterà al calcio italiano, al suo modello industriale e di business, e alle sue abitudini. Ci sarebbe da augurarsi innanzitutto una diversa concezione del risultato di una partita e del suo svolgimento: difficile immaginare, per dire, nella NBA, Steve Ballmer prendersela con l’arbitro dopo un match – ma questo è un altro discorso. Un po’ di storia: Krause Group, con sede in Iowa, ha acquistato il 90% della squadra in un accordo che ha stimato il club a circa 100 milioni di dollari, in una svolta straordinaria per una squadra che era finita in bancarotta e gettata in serie D solo cinque anni fa. «Ho una passione per il paese ed una passione per il calcio», dice Kyle Krause, membro della famiglia di terza generazione che gestisce l'azienda che porta il suo nome. «Ho messo insieme quelle passioni e ho cercato un'opportunità per acquistare una squadra. Parma ha una grande eredità». D’altronde l’Italia è un po’ nel sangue, un po’ nel suo destino, «dico una cosa divertente: quando uscivo con mia moglie, mi ha fatto notare come Krause non fosse proprio italiano come cognome: le ho detto almeno finisce con una vocale! È la famiglia di mia madre - la mia bisnonna e il mio bisnonno sono emigrati da Palermo, in Sicilia - e gran parte della mia vita ha avuto a che fare con l’Italia: mi sono fidanzato con mia moglie in Italia, mi sono sposato con mia moglie in Italia, ad esempio». L'attività principale del Gruppo Krause sono i suoi oltre 400 minimarket Kum & Go situati in tutto il Midwest. Fattura oggi circa 2,8 miliardi di dollari e si colloca stabilmente tra le più grandi società private americane (fonte: Forbes 2020): fondata nel 1959, le attività dell'azienda comprendono anche logistica, cantine, immobiliare e agricoltura. Il Parma ha una storia ancora più ricca ed antica. Una delle cosiddette «sette sorelle», è passato dalle stelle (Buffon, Cannavaro, Veron, Crespo, Coppa Uefa con Malesani) alle stalle (con il crack Parmalat), e di nuovo alla Serie A grazie al gruppo di imprenditori parmigiani di «Nuovo Inizio» sui cui Krause dice «li vogliamo come partner. Sono degli eroi, le persone di Parma che hanno salvato la squadra e ci aiuteranno a diventare più intelligenti e bravi man mano che impariamo». E questo è un altro pilastro della cultura americana: «the entrepreneurship heritage», la cultura del patrimonio imprenditoriale che qui è rappresentato da chi, anni prima, ha recuperato la tradizione del Parma calcio per riportarlo in Serie A ed offrire alla famiglia Krause la chance di acquisirlo. Per Krause, dunque quel gruppo di proprietari è stato «eroico» per «aver salvato la squadra per la città», ed oggi è «giunto il momento per un cambiamento logico, in cui il club passi nelle mani di un gruppo che ha le risorse finanziarie e la potenza di fuoco per riportare il Parma dove merita di essere». Krause insiste su questo concetto di «intelligenza» come elemento esperienziale, «ho parlato con Joey Saputo e Rocco Commisso (ndr. proprietari rispettivamente del Bologna F.C. e della Fiorentina A.C.). Entrambi sono stati molto disponibili e mi hanno aiutato a istruirmi. Ho tanta strada da fare e hanno condiviso quello che pensavano, sia della Serie A che del Parma. E penso che parlare con i nostri partner, e con i nostri ragazzi sul campo al Parma Calcio, renderà anche me più bravo. Certamente non verrò dall'Iowa con una sceneggiatura e dirò Guarda! Ho tutte le risposte! Devo diventare più esperto e smart, imparare di più sulla nostra base di tifosi e su ciò che vogliono. Loro sono molti e non hanno mollato la squadra nemmeno in Serie D». L’investimento, ovviamente, non si limita alla squadra, Krause vede un'opportunità nell’arena del club, il Tardini, che può ospitare solo 22.352 tifosi ed è uno degli stadi più antichi d'Italia, essendo stato inaugurato nel 1924. «L'Italia è rimasta indietro rispetto agli altri paesi con investimenti sul lato dello stadio, e così vogliamo trasformare l'esperienza dei fan nell’arena», da cui il progetto di «ristrutturazione radicale» dello stadio presentato da pochissimo (aprile 2021). «Penso che quello stia accadendo sia che un bel po’ di proprietari stiano per fare investimenti negli stadi. La Juventus ovviamente ha fatto da apripista qui in Italia, ma se si guarda in giro per il campionato si vedono investimenti in corso con Milan e Inter, con Bologna, con Atalanta, con la Roma, con il Cagliari ... questo porta a un migliore coinvolgimento dei tifosi ed è un'area dove la Serie A è rimasta indietro». L’Italia ovviamente non è un luogo facile per investimenti per chi è abituato, in pieno stile americano, al pragmatismo delle amministrazioni, «ci sono complicazioni nella costruzione. Le nostre società hanno già realizzato costruzioni in Italia, ma non stadi, ma abbiamo comunque un'idea del processo. Il governo ha recentemente cambiato alcune leggi, riducendo i passaggi e gli ostacoli e per quanto riguarda il nostro stadio, abbiamo già avviato il progetto con la città per fare qualcosa con il Tardini: non credo, infatti, che l'esperienza allo stadio sia quella che dovrebbe essere nel 2020». La conferma che i Krause vogliono fare sul serio arriva poco dopo, «Beh, abbiamo una casa in Italia, a due ore da Parma, a seconda della velocità con cui guidi. Abbiamo altri affari in Italia, io ci vengo regolarmente. Per il Parma sarò un tifoso, andrò a molte partite, ma non sarò il volto quotidiano della squadra, lascerò che il nostro team dirigenziale gestisca la squadra. In definitiva: ho una passione, e per me non è un puro investimento. Ho però un figlio che sarà anche più coinvolto, con un ruolo aziendale». Ma gli interessi della famiglia Krause sono anche più profondi in Italia. Oltre ad una casa in Piemonte, possiedono due cantine, Enrico Serafino (comprata a 6,1 milioni di euro) e Vietti (con una transazione non confermata da 3 milioni all’ettaro, per circa 60 milioni). Stanno inoltre costruendo un hotel e resort a cinque stelle, «Casa di Langa», e recentemente hanno acquisito un secondo hotel sempre in Piemonte. In particolare, per Vietti, la vendita rappresenta un nuovo capitolo di una lunga storia: la storica cantina, infatti, è sempre stata un produttore a conduzione familiare fondata nel 1873 nel comune di Castiglione Falletto, passata per la perdita dei vigneti negli anni '30 e il faticoso riacquisto di tutti gli stessi entro il 1989. L'enologo Luca Currado, l'attuale generazione che gestisce la tenuta, rimarrà amministratore delegato della nuova azienda, supervisionando i vigneti e producendo i vini, e Mario Cordero continuerà come direttore del marketing e delle vendite. Sempre con la stessa filosofia tenuta con gli «eroi» del Parma, Krause dice che «dal nostro punto di vista, stiamo cercando una relazione a lungo termine tra la nostra famiglia e la famiglia Vietti». Oltre agli 84 acri di vigneto ora di proprietà di Vietti, l'azienda comprenderà quasi 30 acri acquisiti da Krause lo scorso anno in alcuni dei migliori siti della regione: Codana a Castiglione Falletto; Mosconi, Le Coste e Bricco Ravera a Monforte d'Alba; e Briccolina, Meriame e Teodoro a Serralunga d'Alba. Ulteriori 12 acri affittati da Vietti verranno gradualmente eliminati nel tempo (Enrico Serafino continuerà ad essere condotto separatamente). Il defunto padre di Currado, Alfredo, iniziò a gestire la cantina nel 1960 dopo aver sposato la madre di Luca, Luciana Vietti, che ci lavora ancora. Luca ha iniziato a lavorare al fianco di suo padre negli anni '90 e si è guadagnato una solida reputazione per la produzione di vini di qualità che bilanciano lo stile moderno e tradizionale del Barolo. Secondo Currado, ora si intende utilizzare le vaste aziende per aumentare la qualità delle miscele di Nebbiolo Langhe Perbacco e Barolo Castiglione di Vietti, ma in futuro si potrebbero potenzialmente creare nuove etichette per singolo vigneto. «Due grandi famiglie si stanno unendo», ha ribadito Currado. «Ci consentirà di fare un grande passo in avanti in termini di qualità e tutto questo è una vera garanzia per il futuro». In definitiva, sarà interessante seguire Kyle Krause e i suoi investimenti italiani, come quelli (nel calcio) di altri miliardari americani che vedono nella Serie A potenzialità e futuribilità, di un prodotto che deve e può crescere ma che ha già, in potenza, straordinari elementi: storia, campioni, franchigie, amore della gente. Il tutto, in questo caso, miscelato in una storia familiare costellata di grande unità e di visione a lungo raggio. In Iowa i Krause possiedono i Des Moines Menace nella United Soccer League, (la seconda serie americana), un ruolo sociale a casa propria, insomma. D’altronde lo ripete lui stesso: «non siamo qui per i soldi facili». C’è da credergli.