L’ospedale del futuro deve essere il connubio fra clinica didattica e ricerca Scientifica con l’obiettivo di curare l’incurabile
Ogni anno in Italia avviene un miracolo: spendendo solo circa il 7,1% del PIL in Spesa pubblica per la Sanità, viene garantito a tutti i cittadini l’accesso ad un Sistema Sanitario universalistico, gratuito e di alta qualità. Purtroppo, il cittadino medio italiano non ha questa impressione perché i media in materia di Sanità, come in materia di cronaca, preferiscono enfatizzare le cattive notizie a discapito di quelle buone.
Siamo nelle società più sicure, con i tassi di criminalità più bassi mai registrati nella storia dell’umanità, ma si ha l’impressione che appena aperta la porta di casa ci aspettino 40 banditi; abbiamo il secondo migliore Sistema sanitario al mondo per qualità e accessibilità secondo l’OMS, ma abbiamo l’impressione che la Sanità italiana sia un patchwork di scandali e malasanità. Per fortuna per il cittadino italiano, al di là della sua impressione personale, tutti gli indicatori di qualità obiettivi piazzano la nostra Sanità ai vertici delle graduatorie mondiali; di recente Bloomberg ha addirittura classificato l’Italia: terzo Sistema sanitario più efficiente al Mondo.
Il nostro Sistema sanitario funziona veramente e lo dimostra anche il fatto che in Italia abbiamo la quarta migliore aspettativa di vita al Mondo dopo Giappone, Svizzera e Spagna. Questo risultato importante è dovuto principalmente non alla dieta mediterranea, che esiste anche in Grecia, ma siccome il nostro Sistema è universalistico e gratuito, ci prendiamo cura anche ed in primis della popolazione più fragile, gli anziani, di quelli che hanno bisogno di più cure. Cosi gli ottantenni diventando novantenni, alzando l’aspettativa di vita media, mentre in altri Paesi a questi stessi ottantenni, per mancanza di capacità o risorse, l’accesso alle cure sarebbe rifiutato.
L’Italia spende poco per il proprio Sistema sanitario, ma purtroppo spende troppo per altro. La Sanità è un’oasi di efficienza all’interno di un sistema statale sovra-indebitato e quindi anche se la richiesta di cure aumenta ogni anno, la Spesa sanitaria pubblica no.
Inoltre, tutto il settore terziario, quello dei servizi, ha subito con l’arrivo delle nuove tecnologie, e degli smartphone in particolare, una vera e propria rivoluzione. Oggi organizzare un road-trip in capo al mondo richiede solo uno smartphone, una carta di credito e qualche clic. Niente attesa, niente intermediari e certezza della qualità del servizio.
Se però ci viene male al gomito… Panico ! Non si sa dove cliccare, si va a cercare l’opinione del vicino, portinaio, personal trainer, della zia, della nonna per farsi consigliare dove e da chi andare. Come dieci anni fa si chiedevano al proprio cerchio di conoscenze consigli per scegliere la giusta agenzia viaggi per organizzare le proprie vacanze.
La Sanità italiana è quindi oggi nel 2018 esposta a due principali sfide:
- trovare le risorse economiche per mantenere e aumentare il livello di servizio
- Intraprendere la rivoluzione digitale che ha subito tutto il settore terziario per diventare finalmente user-fiendly e limitare il più possibile l’asimmetria informativa fra ospedale e utente.
Dal 2013 mi sto occupando del Gruppo Ospedaliero San Donato, prima da Vice-presidente e dal 2015 da Presidente, e da quella data in poi il nostro obiettivo è diventato quello di cogliere queste dure e grandi sfide. Il Gruppo San Donato non deve rincorrere il cambiamento ma anticiparlo, da primo Gruppo ospedaliero del Paese e baluardo del Sistema sanitario pubblico (più dell’80% delle prestazione eseguite ogni anno dal Gruppo sono realizzate nel perimetro del Sistema Sanitario Nazionale), deve mostrare al Paese l’esempio.
Abbiamo quindi osservato lo stato attuale del sistema italiano, viaggiato per capire cosa si fa altrove, riflettuto tanto e l’analisi che ne risulta è la seguente:
- Senza un aumento della Spesa pubblica, il Sistema non potrà rispondere a tutte le richieste di cura della popolazione. In Italia il pagamento è a prestazione effettuata e le tariffe SSN sono basse; quindi, a parità di risorse, se aumenta la richiesta, aumenta l’attesa, perché non è possibile eseguire prestazioni sanitarie non remunerate. Sarebbe come chiedere al panettiere o al fruttivendolo di regalare pane, frutta e verdura perché la richiesta di cibi essenziali aumenta. Se avesse troppo buon cuore in poco tempo chiuderebbe boutique.
- La spesa pubblica, vista la situazione di indebitamento dell’Italia, non aumenterà, pertanto le liste di attesa incrementeranno e il cittadino è quindi incentivato ad aderire ad un’assicurazione sanitaria per pagare le prestazioni sanitarie di cui potrà avere bisogno e che lo Stato non può coprire per mancanza di risorse.
- L’aumento del pagamento out of pocket per le piccole prestazioni e delle assicurazioni per quelle più importanti porterà ad un profondo cambiamento del mercato sanitario e del modo con cui i cittadini consumano sanità. Quando il cittadino paga per un servizio di tasca propria o tramite l’assicurazione allora si applicano le stesse dinamiche che per il consumo di qualsiasi servizio.
La Sanità diventerà in parte un vero e proprio mercato anche in Italia.
- Dico anche in Italia perché nel Mondo meno di un miliardo di individui hanno accesso a cure di qualità accettabili nel loro Paese, la grandissima maggioranza deve quindi viaggiare e pagare per farsi curare. Esiste quindi un mercato immenso che pesa decine di miliardi di euro e si chiama il Turismo sanitario.
- Mentre la Germania, la Svizzera, l’Inghilterra e la Francia sono delle mete note per il turismo sanitario, L’Italia ad oggi non lo è anche se ha tutte le carte in regola per vincere su questo mercato in continua espansione.
L’ospedale del futuro deve quindi essere visibile, facilmente accessibile, user-friendly, innovativo e attrattivo anche al di fuori delle frontiere nazionali. Per il Gruppo Ospedaliero San Donato il primo step di questo cambiamento è stato la comunicazione. Quando sono arrivato nel 2013 nessuno o quasi sapeva cosa significasse GSD. Ogni struttura aveva il suo logo e il suo modo di comunicare con gli utenti (che spesso si limitava a dei volantini in bianco e nero fatti con word).
Oggi circa un lombardo su tre sa cos’è il Gruppo Ospedaliero San Donato.
Questo grande risultato in continuo miglioramento è dovuto alla creazione di una vera e propria casa di produzione, marketing e comunicazione interna che ha creato una immagine coordinata di Gruppo che si trova su qualsiasi affissione e qualsiasi materiale fornito all’utente in tutte le strutture del Gruppo, la creazione di un magazine trimestrale di Gruppo rivolto agli utenti presenti in tutte le sale di attesa e stanze di degenza, una massiccia presenza sui social network, campagne di comunicazione con affissioni per le città, inserzioni su carta stampata, radio, televisione e nei cinema.
L’obiettivo è di fare del GSD il brand della Sanità Italiana di eccellenza per tutti. Questo è essenziale perché se il mercato della Sanità diventa un vero mercato, le dinamiche comportamentali degli utenti saranno le stesse che per gli altri mercati e nelle nostre società siamo abituati ed educati a cercare e a fidarci dei brand conosciuti. Quindi in primis l’ospedale del futuro senza brand forte non ha futuro.
Avere un brand forte, essere cercati dalle persone per risolvere il proprio problema di salute, non funziona se poi per accedere al servizio bisogna aspettare 40 minuti al telefono per prenotare o addirittura andate fisicamente a prenotare presso la struttura. Il secondo step che è tutt’ora in corso per il Gruppo è quindi diventare molto facilmente accessibili e quindi digitalizzarsi. Lanceremo a marzo 2018 un app che permette di prenotare direttamente in agenda e pagare visite ed esami presso tutto il Gruppo. Questo renderà l’accesso ai nostri servizi facile come la prenotazione di un biglietto di bus, treno o aereo. Sempre con l’idea di migliorare l’accessibilità, oltre a poter prenotare le prestazioni telematicamente, deve essere possibile accedere a esse in un luogo non ansiogeno e vicino, o dove comunque si va anche per altro. Abbiamo quindi inventato le Smart Clinic che sono dei veri e propri pezzi di ospedali con ambulatori, palestre, apparecchiature per gli esami diagnostici, sale operatorie per piccoli interventi, dislocati nei centri commerciali e nei centri città.
L’ultimo step di questo percorso è di essere user friendly a livello di Gruppo. Dobbiamo conoscere e riconoscere il nostro paziente e permettergli di accedere senza barriere alle eccellenze di tutto il Gruppo. Non solo a quelle della prima struttura dove si è recato.
Oggi un paziente del Policlinico San Marco di Bergamo seguito li per cure di base, se avesse bisogno di una cura altamente specializzata presente solo al San Raffaele di Milano dovrebbe portarsi dietro tutta la sua cartella clinica cartacea e il dialogo tra il medico di Bergamo e quello di Milano non sarebbe né facile né immediato.
Domani grazie alla cartella clinica di Gruppo e previo consenso esplicito dell’utente, tutti i dati del paziente saranno visibili in tutte le strutture dove intende recarsi, evitando quindi all’utente fastidi, errori ed esami ricorrenti.
Domani grazie ad una digital workplace di Gruppo ed ad un social network aziendale tutto il personale medico e paramedico di Gruppo potrà facilmente dialogare relativamente ad ogni singolo paziente. Il medico che prenderà in carico il paziente di un suo collega di un’altra struttura potrà facilmente inoltrargli domande e ricevere risposte in brevissimo tempo. Questo è essenziale perché più si va avanti, più le cure di base saranno accessibili sul territorio (esempio Smart Clinic), ma in contemporanea le tecnologie avanzate e l’altissima specialità saranno in pochi grandi centri da più di 500 letti (gli IRCCS) quindi il transfer di informazioni ed i percorsi dei pazienti fra centro e periferia del Sistema dovranno essere rapidi e funzionali. Per questo la digitalizzazione è essenziale.
Infine, relativamente allo sviluppo della Sanità italiana e del GSD sul mercato del turismo sanitario internazionale due punti sono essenziali:
- mettere in avanti l’umanità del nostro modo di prenderci cura dei pazienti con Patient Manager bilingue dedicati.
- mettere in avanti l’avanguardia tecnologica dell’Italia nel campo della Sanità.
L’Italia non deve essere percepita nel Mondo solo come Food & Fashion ma anche e in primis l’Italia deve essere Healthcare. Nei fatti è già cosi visto che il settore Healthcare nel suo insieme pesa nel PIL italiano più del doppio del settore Fashion. Resta solo la necessità di farlo sapere al di fuori delle nostre frontiere.
Come Gruppo San Donato per farci conoscere all’estero abbiamo puntato tanto sui risultati della nostra ricerca scientifica. Tutti i grandi Gruppi ospedalieri europei e internazionali offrono tutte le prestazioni cliniche standard e ottimi risultati ma chi fa ricerca bene può fornire cure o la percettiva di cure che nessun altro può fornire. Grazie ai nostri 3 IRCCS, Policlinico San Donato, Istituto Ortopedico Galeazzi, Ospedale San Raffaele, all’Università Vita-Salute San Raffaele e alla stretta collaborazione con Unimi, il GSD è la seconda più grande istituzione di ricerca del Paese dopo il CNR. Il San Raffaele è inoltre di gran lunga l’IRCCS più produttivo del Paese, con più di 1600 pubblicazioni scientifiche ogni anno. Tutti parlano nel mondo di terapia genica, ma il San Raffaele è l’unico centro al mondo che grazie al partenariato con Telethon e con l’azienda farma GSK ha portato sul mercato europeo la prima terapia genica omologata: lo Strimvelis. Questa procedura permette di curare definitivamente i cosiddetti bambini bolla, modificando tramite un retro-virus il loro genoma e permettendoli cosi di produrre le difese immunitarie che non producono dalla nascita. Siamo inoltre all’avanguardia per la ricerca e cura tramite terapie molecolari della sclerosi multipla, del diabete e delle leucemie.
Concludendo, oltre alla comunicazione per creare un brand forte e oltre alla digitalizzazione che rende le prestazioni facilmente accessibili e ai percorsi user-friendly anche fra centri principali e centri periferici, non può esistere un Ospedale del Futuro senza ricerca scientifica. Il Grande Ospedale del Futuro deve fare clinica, didattica e ricerca scientifica con l’obiettivo di portare al letto del paziente cure efficaci che prima non esistevano. L’ospedale del futuro deve essere il connubio fra clinica didattica e ricerca Scientifica con l’obiettivo di curare l’incurabile. Solo cosi oltre a portare avanti la Sanità Italiana, si potrà anche vincere all’internazionale ed avere quindi anche nel futuro le risorse economiche per mantenere il nostro straordinario Sistema sanitario.