Per una nuova lettura aggiornata del pezzo di Nicolò de Rienzo «La rivoluzione resiliente. Un salto nel futuro dell’agricoltura, della produzione e dell’alimentazione dell’uomo che sarà» uscito per il numero IV di Infinito nel novembre 2018. In quell’occasione de Rienzo ci ha raccontato la storia picaresca di una mente, quella di Daniele Cesano e del suo progetto MAIS, un nuovo modo di coltivare, che era (che è) anche l’idea di un nuovo modo di vivere la terra e il nostro ruolo sul pianeta.
Introduzione
Troppo spesso il sognatore è visto come qualcuno immerso nelle proprie fantasie o illuso da aspirazioni irrealistiche, distanti dalla realtà circostante. Questo riflette la tendenza di ogni società a proporre, se non imporre, modelli di pensiero e comportamenti canonici. Tuttavia, la storia insegna che le più grandi innovazioni provengono da chi cerca di concretizzare visioni originali. Non è un caso che anche questa sia una definizione di sognatore. C’è, infatti, una sottile linea che divide l'illuso dall'illuminato, e oltrepassarla richiede grande coraggio e determinazione. Esattamente ciò che Daniele Cesano stava mettendo nel suo lavoro in Brasile e che mi aveva profondamente ispirato. Quando andai a trovarlo ero convinto che avrei vissuto un’esperienza appagante, ma mai avrei immaginato di subire una vera e propria illuminazione. Quel viaggio, nato per scoprire come si potesse cambiare il metodo agricolo per combattere il cambiamento climatico, si trasformò in desiderio ma, soprattutto, consapevolezza di poter ridisegnare il futuro. Oggi, a distanza di cinque anni, sono socio di Daniele in un’avventura che, siamo certi, avrà un impatto positivo a livello globale.
Dalla visione all'impatto
La visione di Daniele aveva guidato lo sviluppo del programma MAIS, grazie a un investimento di tre milioni di dollari della Banca Interamericana di Sviluppo (IDB) e del Governo di Bahia. La prima fase prevedeva un’analisi delle pratiche agricole a basse emissioni e resilienti, seguita da una modellazione finanziaria e tecnica per garantirne la fattibilità economica.
Un successivo programma di assistenza tecnica formò i tecnici di campo, trasferendo competenze per supportare le comunità agricole. Sei cooperative di allevamento e 350 agricoltori beneficiarono direttamente dal programma, con risultati significativi: un aumento del 100% dei ricavi e del 64% della produzione. Tuttavia, questi progressi non furono sufficienti a garantire la sostenibilità su larga scala. Le barriere tecnologiche, i costi elevati e la mancanza di dati affidabili per dimostrare concretamente rischi e benefici ambientali ed economici della transizione ostacolavano l’attrazione degli investimenti necessari. Questa consapevolezza riorientò il lavoro di Daniele.
Evoluzione degli standard agricoli e inasprimento normativo
Parallelamente, le istituzioni iniziavano a introdurre regolamentazioni più stringenti, richiedendo soluzioni innovative per rispondere alle nuove sfide della sostenibilità. Se prendiamo ad esempio l’Europa, negli ultimi cinque anni, standard e normative ambientali come il Green Deal europeo e la Strategia Farm to Fork hanno trasformato l’agricoltura sostenibile, imponendo pratiche più stringenti per ridurre l'impatto ambientale.
Pur essendo iniziative necessarie, le istituzioni hanno iniziato a demandare agli agricoltori l'adeguamento delle loro pratiche produttive senza però fornire un supporto tecnico e finanziario adeguato e specifico. Contestualmente, il crescente interesse per la trasparenza ESG ha indirizzato molte imprese a produrre report dettagliati sul loro impatto ambientale e sociale, ritenuti essenziali per mantenere la competitività. Tuttavia, nonostante la corsa a crediti di carbonio, certificazioni ambientali o soluzioni analoghe venga vista come uno strumento chiave per dimostrare l'impegno verso la sostenibilità, queste iniziative sono spesso criticate per la mancanza di reale trasparenza, alimentando il sospetto di greenwashing e sollevando dubbi sull'efficacia delle misure adottate.
Proprio in risposta a queste criticità, la CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive) dell'Unione Europea ha ulteriormente rafforzato l'obbligo per le imprese, incluse quelle del settore agricolo, di rendicontare in modo chiaro e dettagliato i loro risultati ambientali e sociali. Questa normativa ha reso la trasparenza ancora più centrale nelle strategie aziendali, evidenziando la necessità di un modello di misurazione affidabile e verificabile, che permetta alle aziende di fornire dati credibili e di rispondere efficacemente alle future richieste.
Le «nature based solution» e la nascita dei Nature Tech
Con l'aumento della pressione sugli agricoltori, l’emergere di soluzioni basate sulla natura sembra offrire nuovi percorsi verso la sostenibilità. In particolare, l'espansione delle pratiche agricole rigenerative, come l'agroforestazione, la minima lavorazione del terreno e le colture di copertura, e il loro impatto sulla consapevolezza dei consumatori e sulle politiche, ha creato nuove opportunità nel panorama degli investimenti.
L’avanzamento tecnologico ha aperto la strada al «NatureTech», un settore in grado di favorire questo cambiamento migliorando la gestione degli ecosistemi e contribuendo in modo significativo alla riduzione degli impatti richiesta. Affinché una reale transizione possa avvenire, è tuttavia necessario un aumento esponenziale dei finanziamenti globali, poiché, per raggiungere gli obiettivi climatici sbandierati, si calcola che gli attuali 133 miliardi di dollari annui dovranno quadruplicare entro il 2050. Per stimolare gli investimenti necessari, diventano cruciali l'affidabilità, la trasparenza e il monitoraggio dei dati da cui devono dipendere direttamente i finanziamenti — un problema che Daniele Cesano aveva già compreso ai tempi del MAIS e che le successive normative hanno ulteriormente evidenziato. Negli ultimi cinque anni, ha perciò lavorato per unire la sua ventennale esperienza sul campo all’avanzamento tecnologico, al fine di rispondere concretamente alle esigenze del mercato e alle nuove sfide emergenti, che richiedono soluzioni sempre più ambiziose.
Sfide
Se l’agricoltura rigenerativa aveva già iniziato a dimostrare la sua efficacia e l’esperienza del MAIS aveva creato le basi per una sistematizzazione delle tecniche dando risultati eccellenti, restava infatti da rispondere ad una domanda fondamentale: quale è il modello economico scalabile e chi potrebbe sostenere i costi della transizione?
Daniele aveva capito che la priorità era creare un sistema di misurazione evolutivo, flessibile e scalabile in grado di fornire dati solidi e credibili al settore finanziario, corporativo e ai consumatori, dando a questi ultimi il potere del «consumer choice». Da un lato, il cambiamento nelle pratiche agricole comportava inevitabilmente rischi economici per gli agricoltori. Dall’altro, senza un sistema adeguato, quantificare i benefici reali di queste pratiche e dargli un valore risultava complesso, rendendo difficile attrarre investimenti. Quando la tecnologia raggiunse un livello di maturità tale da consentire misurazioni più precise e dettagliate in scala, Daniele reagì ancora una volta alla frustrazione, smuovendo il suo ingegno. Si concentrò sulla creazione di LandPrint, una piattaforma digitale progettata per facilitare l'adozione di pratiche più sostenibili, garantendo l’acquisizione di dati utili a dimostrare che i benefici a lungo termine della transizione avrebbero compensato le difficoltà iniziali. Questo perché, rimanendo i costi di innovazione significativi, era necessario monetizzare questi dati e l'impatto generato dagli agricoltori giustificando così l'investimento e incentivando la partecipazione anche dei piccoli produttori
La nascita di LandPrint
Daniele ha disegnato una rivoluzionaria piattaforma dMRV (digital Measurement, Reporting, and Verification) che permette di generare dati primari utilizzabili a più livelli lungo l'intera catena produttiva.
In un panorama dominato da incertezze e complessità, ha voluto introdurre un linguaggio comune e intelligibile per tutti gli attori coinvolti: dal contadino al consumatore. Basata su cinque pilastri solidi — verificabilità, scalabilità, accuratezza, flessibilità e trasparenza — oggi LandPrint offre strumenti avanzati per la misurazione, la centralizzazione e l'analisi di dati omogenei, con dashboard interattivi per la comparazione, la generazione di rapporti, la verifica e l'adesione agli standard finanziari di impatto, socioeconomici e ambientali.
La piattaforma serve a raggiungere tre obiettivi principali che sono necessari per affrontare alcune delle sfide globali più urgenti in agricoltura
- Riduzione dei rischi normativi: Con l’intensificarsi dei rischi climatici e il crescente peso delle regolamentazioni ambientali a livello globale, LandPrint diventa uno strumento essenziale per le aziende che devono rispettare standard sempre più rigorosi. Fornendo dati affidabili, trasparenti e verificabili, la piattaforma consente di dimostrare la conformità a requisiti in costante cambiamento, mitigando il rischio di sanzioni o di esclusione dai mercati. LandPrint fornisce alle aziende gli strumenti per affrontare le sfide normative legate alla transizione verso pratiche sostenibili, aiutandole a gestire la complessità del contesto regolatorio e garantendo che le loro attività rispettino le leggi, riducendo così ostacoli e costi legati alla compliance.
- Miglioramento della performance ESG e dell’immagine corporativa: In un mondo in cui le aspettative sulla trasparenza e sulla responsabilità ambientale sono in costante crescita, è importante supportare il rafforzamento dell’immagine delle imprese attraverso una maggior performance ESG (Environmental, Social, and Governance). La piattaforma fornisce dati chiari e accessibili che consentono di dimostrare il reale impatto delle pratiche agricole rigenerative, aiutando le aziende a migliorare la loro reputazione agli occhi degli investitori, dei consumatori e delle istituzioni finanziarie. L'adozione di pratiche trasparenti e sostenibili accresce la competitività delle aziende, aumentando la fiducia del pubblico e migliorando le proprie prestazioni in termini di sostenibilità, una leva strategica essenziale nel mercato attuale.
- Monetizzazione dei dati
Infine, poiché i dati raccolti comportano costi crescenti in base al livello di dettaglio, LandPrint si è prodigata per individuare fonti di finanziamento che possano sostenere la transizione. Per questo, ha sviluppato diversi metodi di monetizzazione, operativi su più livelli:
- Green sourcing e certificazioni: offrendo evidenze per ottenere certificazioni di sostenibilità, che garantiscano un premio per prodotti più sostenibili. A differenza delle certificazioni tradizionali, i dati sono però organizzati in modo omogeneo e scalabile, permettendo il loro riutilizzo aggiungendo così un ulteriore valore.
- Green finance e Outcome-based finance: fornendo prove per sistemi di finanza verde, outcome-based finance e pricing, dove le società pagano di più per produzioni sostenibili o ricevono finanziamenti agevolati.
- Insetting e offsetting: generando attraverso la piattaforma crediti di carbonio, utilizzabili per compensare le emissioni all'interno della catena (insetting) o al di fuori di essa (offsetting). Con grande attenzione verso gli emergenti crediti di biodiversità che rappresentano una nuova frontiera nella finanza sostenibile e nella conservazione ambientale.
- Analisi del rischio e resilienza climatica: permettendo di ridurre il rischio produttivo migliorando la resilienza climatica. Grazie a una gestione più efficace degli ecosistemi, come confermato da numerosi studi sul tema, LandPrint contribuisce anche a ridurre le oscillazioni produttive causate da eventi climatici estremi, garantendo una maggiore stabilità e continuità nelle rese agricole.
- Business Intelligence: creando database che migliorano i processi produttivi lungo la catena, riducendo costi e impatti e aumentando l’efficienza operativa. Questi dati forniscono inoltre insights strategici per ottimizzare l'uso delle risorse, migliorare la pianificazione e prendere decisioni più rapide e informate, rendendo le operazioni scalabili e più competitive sul mercato.
Una tecnologia scalabile e flessibile, in grado di adattarsi a diversi sistemi agricoli in tutto il mondo, dalle piccole aziende agricole nei Paesi in via di sviluppo alle operazioni industriali su larga scala nelle regioni più avanzate. La tecnologia di LandPrint permette di effettuare comparazioni tra sistemi agricoli in aree geografiche diverse, lavorando su aree di omogeneità. Il sistema produce un rating basato sul massimo potenziale di ogni ecosistema, consentendo così una valutazione comparativa delle performance agricole anche tra territori con condizioni differenti. Questo è un aspetto cruciale, poiché i sistemi agricoli globali affrontano sfide uniche e una soluzione unica non è più praticabile.
Conclusioni
La nostra visione è chiara: con il 40% delle terre mondiali destinate all’agricoltura, la rigenerazione e la quantificazione degli asset ambientali sono la chiave per una gestione realmente sostenibile delle risorse naturali. Integrando in modo sistemico la qualità ambientale nel finanziamento e nella determinazione dei prezzi delle commodities agricole a livello globale trasformeremo l'intera catena produttiva fino a coinvolgere il consumatore che, da semplice spettatore diventerà protagonista del cambiamento. Acquistando prodotti autenticamente sostenibili, ognuno contribuirà direttamente alla rigenerazione del pianeta, alimentando una radicale trasformazione di mentalità. È ora di capire che cambiare il nostro rapporto con la Terra non solo è possibile, ma addirittura conveniente, poiché il business (as usual) è ormai diventato un pessimo affare. Con strumenti come LandPrint, possiamo trasformare ogni decisione in un’azione che rigenera il pianeta, senza sacrificare il successo commerciale. Un futuro sostenibile non è solo una sfida: è un’opportunità per creare valore, generando un impatto positivo e concreto giorno dopo giorno.